Aura di Mugler: il richiamo della foresta
Mugler, croce e delizia degli amanti dei profumi! Le sue creazioni, infatti, o si amano o si odiano. Io l'ho sempre amato per la sua capacità di uscire fuori dagli schemi, a partire dalle boccette futuristiche, spesso scomodissime, ma sicuramente originali. Alien è stato un mio grande amore di quando ero ventenne, la mia signature per tanto tempo. Aura, invece, l'avevo snobbato, vai a capire perché.
Lanciato nel 2017, si distingue immediatamente per il suo carattere magnetico e avvolgente.
L'apertura è spiazzante, con un'esplosione di rabarbaro e bergamotto che conferiscono subito un'impronta verde e pungente. A seguire, il cuore è dominato da quel sentore denominato "Tiger Liana" che vuole simboleggiare la sintesi tra animale e vegetale. Infatti si percepisce un accordo verde, esotico e selvaggio, grazie anche all' ylang ylang, fuso con note dolci di fiore d'arancio e pera. La vaniglia, presente nelle note di fondo ma ben percepibile sin dal cuore del profumo, crea un'atmosfera sensuale e calda, grazie anche alle note ambrate e ai legni. Aura, in sostanza, è un profumo vanigliato verde, con nuances floreali, narcotico e profondamente seduttivo. È notturno, è misterioso, è una fiera nascosta in attesa di scattare.
Per indossare Aura con disinvoltura, bisogna essere sfrontati. Le prestazioni sono ottime e la scia è importante. È una fragranza che, specie nelle prime fasi, può essere straniante. Dimenticate i sentori delicati o floreali convenzionali: è misterioso, avvolgente e ha una forza primordiale. È un cuore pulsante, verdissimo, come la boccetta spaziale che lo contiene.
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