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Ed eccoci qui, ancora a scrivere di Lutens. Se ne parlerΓ spesso qui, dato che ho davvero
parecchi profumi del brand. D'altronde, Γ¨ il mio preferito in assoluto, e negli anni ho costruito una discreta collezione di cui vado molto fiera.
Ho scelto di parlare dei profumi meno noti del brand, in modo da farli conoscere, con la mia piccola vocina.
Chene, ossia quercia. Il nome giΓ chiarisce di cosa ci parlerΓ il profumo. Appena spruzzato, infatti, si percepisce subito un sentore legnoso, quasi affumicato, con quercia e betulla che si rafforzano a vicenda. L'altro protagonista dell'apertura Γ¨ sicuramente il rum, che dona subito la suggestione delle botti di legno in cui si lascia invecchiare il distillato. L'altro protagonista del profumo, che emerge nella sua evoluzione, Γ¨ l'elicriso, che a tratti mi ricorda un altro capolavoro della profumeria che Γ¨ Sables di Goutal. Col passare dei minuti il profumo si arricchisce di una nota dolce di cera d'api che ancora di piΓΉ stimola l'immaginazione e vi trasporta all'interno di una cantina dalle pareti in pietra in cui si trovano botti in legno ripiene di rum. Ma l'altra suggestione che personalmente mi regala il profumo Γ¨ quella di trovarsi in un bosco, dopo la pioggia, in una zona ombrosa, ai piedi di un maestoso albero millenario (una quercia, perchΓ© no), ad annusare gli aromi magnifici che ci regala la sua corteccia.
Chene non è un profumo semplice, né indossabile con disinvoltura. Più maschile che femminile, mi piace portarlo in autunno nelle giornate di pioggia, o nei momenti in cui mi voglio riconnettere alla natura. Perché, ahimè, vivere queste esperienze non è più così semplice. E, per questo motivo, grazie Monsieur Lutens per questo ennesimo viaggio olfattivo!
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