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Spesso si parla del potere evocativo dei profumi. Ci sono fragranze che aprono cassettini della memoria, riportandoci a momenti della nostra vita ormai trascorsi. Altre che riconducono a luoghi specifici, magari mai visitati realmente, ma che ci sembra di toccare con un dito. E poi ci sono profumi che richiamano alla mente immagini precise, nette, peculiari.




Una spiaggia di notte in un luogo esotico, lontano, incontaminato. Questa รจ l'immagine che vedo quando annuso Songes di Annick Goutal. Songes, sogno in francese, รจ un profumo che vive di contrasti sapientemente intrecciati, come se la composizione fosse il racconto di un sogno, appunto, diviso tra luce e ombra, estasi e radicamento. Da una parte l’opulenza dei fiori tropicali: tiarรฉ, ylang-ylang e gelsomino si liberano come un respiro profondo in una notte di piena estate, portando con sรฉ l’umiditร  fragrante di un giardino ai confini del mondo. รˆ un’apertura luminosa, quasi come la pelle baciata dal sole, l'odore tipico di crema solare che da sempre si associa alla bella stagione.
Ma sotto l’apparenza floreale si muove un’anima piรน scura, piรน densa, piรน complessa. La base resinoso-speziata รจ una sorta di richiamo alla terra, un contrappunto aromatico che dona struttura e profonditร . Il benzoino, caldo e leggermente balsamico, introduce un’idea di sacralitร , come un fuoco votivo acceso al tramonto. Il cumino affiora con discrezione ma lascia il segno: un accento vagamente carnale, umano, che rompe la perfezione celestiale dei fiori. Il pepe nero, piccante e asciutto, dร  ritmo alla composizione, donandole una speziatura davvero inattesa. รˆ questo lato oscuro, introspettivo, che mi regala l'immagine notturna, della spiaggia in solitudine ben oltre il tramonto. Un luogo dove tutto รจ possibile e i sogni possono diventare realtร .

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