𝑱𝒂𝒄𝒒𝒖𝒂𝒓𝒅 π’…π’Š 𝑬𝒕𝒓𝒐: π’†π’π’†π’ˆπ’‚π’π’›π’‚ π’”π’‚π’“π’•π’π’“π’Šπ’‚π’π’†

Torniamo a parlare di Etro e dei suoi profumi ricercati, sofisticati ed eleganti. La correlazione fragranza-tessuto è sempre stata esplorata e declinata nella storia della profumeria (pensate a White Linen di Estee Lauder o a Bas de Soie di Serge Lutens). Quindi che lo proponesse un brand che fa del tessile il suo marchio di fabbrica non era poi così inatteso.




Jacquard di Etro si comporta proprio come il tessuto di cui porta il nome: una fragranza che non si posa sulla pelle, ma vi si intreccia, come farebbe un filato sottile con il telaio. La partenza Γ¨ luminosa ma composta, con un’apertura quasi frizzante data da pepe, agrumi chiari e una nota aromatica di angelica, che si spengono dolcemente per lasciare spazio a un cuore floreale poudree con iris e violetta. Il suo cuore fiorito, avvolto da una morbidezza cipriata, evoca il piacere tattile di un damasco sfiorato con le dita. Il fondo, con sandalo, muschi e vetiver, accompagnano la chiusura della fragranza in una luce soffusa e tranquillizzante.
C’Γ¨ un equilibrio raro in questo profumo: pulizia e sensualitΓ , nitidezza e morbidezza convivono in modo armonico. È un profumo a tratti secco, limpido, sfuggente; in altri momenti Γ¨ piΓΉ morbido, quasi somigliante all'odore della pasta del rossetto. È una fragranza versatile, ma mai generica; sofisticata, ma non altezzosa. Non ha bisogno di stupire con effetti teatrali: preferisce la via dell’eleganza sommessa, quella che si scopre solo avvicinandosi. La proiezione non Γ¨ elevata e nemmeno la sua durata. Ma Γ¨ un profumo di una raffinatezza tale che questi piccoli difetti passano in secondo piano. Caro Etro, che dire: ci hai regalato un altro dei tuoi gioielli

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