Scent&Mente

Nell’ultima fase di questa estate, dopo Ferragosto, mi è presa una smania incredibile per i profumi talcati. Tempismo perfetto, direte, dei sentori proprio ideali quando fuori ci sono 35 gradi. Ma al naso, oltre al cuor, non si comanda evidentemente. L’apoteosi l’ho raggiunta quando ho annusato 1957 di Chanel . Bellissimo! Un talcato-muschiato Chanel, la perfezione praticamente. Ho sempre pensato che i talcati stanno a Chanel come la vaniglia sta a Guerlain . Leggendo le piramidi dei profumi della linea Les Exclusifs mi sono accorta che, in realtà, di talcati ce n’erano parecchi. E così ho rastrellato un po’ di campioncini per sentirli tutti. La Pausa , Jersey , 1932 .. e Comète ovviamente. La fragranza in sé, firmata da Olivier Polge , non è così complessa. L’apertura aldeidata , altro marchio di fabbrica Chanel, lascia spazio subito ad una parte talcata elegantissima, addolcita da una nota di fiore di ciliegio che accompagna l’ iris , protagonista vero della fragranza. Il sentore m...

Se mi dovessero chiedere di citare i miei profumi cosiddetti “della vita” non ho molti dubbi sul fatto che inserirei Chloè edp nella mia personalissima lista. Ricordo ancora la prima volta che l‘ho annusato: eravamo, ormai molti anni fa, in una grossa catena di profumerie, io e alcune amiche, ed una di loro dice “Voglio il Chloè! Sentitelo perché è buonissimo!”. E così è iniziata una lunga storia d’amore verso questa fragranza e verso la nota della rosa. Qui però voglio parlarvi non dell’originale ma di un flanker, ahimè discontinuato: il Chloè Eau de Parfum Intense . Niente a che vedere con l’ultimo uscito in casa Chloè che pure porta l’aggettivo Intense del nome. Questa versione del Chloè anticipa, grazie anche al suo bel fiocco nero, il suo intento seducente. È infatti una versione meno allegra, più adulta del Chloè classico. La rosa qui è molto più matura, accompagnata dal sandalo che la rende cremosa con sfumature legnose. Il pepe rosa le dona quella piccantezza non sbarazzina, m...

L’influencer mi sa che non la posso proprio fare. A parte la timidezza atavica, che mi impedisce di essere spigliata e rilassata quando parlo in pubblico. A parte la sensazione di essere sempre inadeguata nel ruolo di divulgatrice. Ma poi a me, spesso, piacciono profumi strani. Profumi poco virali, profumi vecchi. Di loro mi vien voglia di parlare. Non ci credete? Eccolo qui, vi tiro fuori un Nino Cerruti pour Femme . Così, tanto per gradire. Nato nel 1987 dal naso di Jean Claude Delvill e (stesso creatore di Cabotine , per intenderci), il pour Femme è uno dei profumi più complessi, seducenti e opulenti di quegli anni. Sono gli anni di Poison , gli anni quindi dei profumi dalle piramidi eterne, delle tuberose sensuali, dei bouquet fioriti corposi. Il Cerruti è una tuberosa , ovviamente, ma con una sua identità precisa. Una prugna calda e carnosa la accompagna per tutta l’evoluzione, immersa in un miele denso, inebriante. Gli altri elementi - tanti - arricchiscono la composizione: un po...

Ed eccolo il terzo regalo per i miei 40 anni, il mio auto-regalo. Volevo un profumo importante, che celebrasse la mia nota preferita, la rosa. Ma non cercavo una rosa qualunque. Cercavo la rosa creata dal naso di una delle profumerie più talentuose dei nostri tempi, M ona di Orio . Allieva di Edmond Roudnitska , Mona di Orio ha mostrato sin da subito di non essere una profumiera qualunque. Le sue creazioni, complesse, sfaccettate, sempre elegantissime, sono vere e proprie gemme della profumeria. Vanille , Ambre , Violette Fumee , Tubereuse ... Tesori perduti, purtroppo, visto che Mona è scomparsa prematuramente all'età di 42 anni e circa nove mesi fa l'azienda che produceva le sue fragranze ha dichiarato la chiusura definitiva. Un colpo al cuore per gli amanti della nicchia. Rose Etoile de Hollande è una rosa alla Mona di Orio. La rosa , rinforzata dal geranio , pur essendo la protagonista non è mai sola. Una pesca vellutata la accompagna sin dall’apertura della fragranza, ass...

Veniamo al secondo profumo regalatomi, questa volta dalla mia metà, per i miei 40 anni. Da circa un anno a questa parte ho riscoperto molto la nota dell'iris. Non che non mi piacesse prima, per carità, ma ultimamente ho ritrovato, nei profumi incentrati su questa nota, una piacevolezza tale da cominciare a sperimentare. Si, perché trovo l'iris piuttosto eclettico: può essere cupo, terroso, malinconico, oppure cremoso e sensuale o ancora polveroso e luminoso. Non per caso, infatti, con le sue sfumature legnose, talcate, terrose e quel sentore di carota che lo contraddistingue, l'iris resta una delle note cardine della profumeria. Così mi è capitato tra le mani un samplino di questo Tears of Iris di Gucci ed è stato amore. A parte il nome, stupendo. A parte anche la boccetta, una piccola opera d'arte. Ma la fragranza? Un iris unisex, aromatico, muschiato e sottilmente cremoso che non rinuncia al suo lato più terroso. C'è poco altro da dire per descrivere questo capol...

Quest'anno ho compiuto 40 anni. Una tappa decisamente importante della vita. Personalmente, oscillo costantemente tra il sentirmene 40 in più ed essere ancora la ragazza di venti anni fa. Vivo il presente ma guardo con circospezione il futuro e spesso rimpiango il passato.  Questo piccolo preambolo per dirvi che, per una celebrazione importante, servivano regali importanti. E cosa c'è di meglio se non dei profumi? Tre sono le fragranze che sono arrivate in dono: una dalle mie amiche/colleghe e colleghi di lavoro, una dalla mia dolce metà e una..da me stessa. Partiamo dalla prima:  La stanza delle Bambole  di  Nobile 1942 .   E'stato colpo di fulmine. Si perché di fragranze lattoniche in giro ce ne sono a bizzeffe, ma una così particolare non l'avevo ancora incontrata. Nata dal naso di Antonio Alessandria , La stanza delle bambole è molto più che un semplice profumo dolce. L'apertura è spiazzante: un sentore quasi plasticoso, niente affatto sgradevole al mio naso...

Il giglio, che fiore meraviglioso! Conosciuto e ammirato sin dalla notte dei tempi, è il fiore che l’ Arcangelo Gabriele porge alla Madonna quando le annuncia di portare in grembo il figlio di Dio . Simbolo di purezza ma anche di regalità, al punto da essere scelto dalle dinastie reali francesi come simbolo della monarchia. Eppure, in profumeria, non è un fiore che si incontra spesso. Sovrastato dai suoi fratelli bianchi più opulenti, il giglio, indubbiamente meno sensuale e voluttuoso, si ritrova in molte meno fragranze e, anche quando presente, è difficile che sia l’assoluto protagonista. Purtroppo, non ho ancora avuto modo di annusare quello che dicono essere il giglio più bello della profumeria, ossia Un lys di Serge Lutens . Nell’attesa oggi vi parlo di un suo consanguineo, il lutensiano La Vierge de Fer . Questa fragranza è, per me, abbastanza straniante, sinistra. Si, perché è dolce, con una nota di pera assolutamente non artefatta, è cremoso grazie al sandalo . Ma, in sostanz...